La vergogna è un’emozione che divora l’anima.



La vergogna è un’emozione che divora l’anima.

La frase che ho usato nel titolo viene attribuita dal web a Carl Jung, anche se con diverse accezioni, la trovo molto evocativa e caratterizzante dell’invasività di questo tipo di emozione. La vergogna è un'emozione complessa e universale che può essere definita come una sensazione dolorosa di umiliazione, colpa o inadeguatezza che si manifesta quando si percepisce di aver violato norme sociali, morali o personali. Un'emozione è uno stato soggettivo che coinvolge una risposta psicofisiologica e una valutazione soggettiva di una situazione o di un evento. È un'esperienza interiore che si manifesta attraverso sensazioni fisiche, pensieri, reazioni comportamentali e cambiamenti nel mondo interno dell'individuo. Le emozioni sono spesso innescate da stimoli esterni o interni, come eventi, situazioni, pensieri o ricordi, e possono variare in intensità e durata.
La vergogna può essere scatenata da comportamenti, azioni, pensieri o caratteristiche personali che l'individuo ritiene negativi o inaccettabili secondo le aspettative culturali o personali. E’ spesso associata a una sensazione di esposizione pubblica e può essere accompagnata da una forte consapevolezza di sé negativa e una tendenza a nascondere o evitare l'attenzione. Può anche generare una diminuzione dell'autostima e della fiducia in sé stessi. Questa emozione può avere diverse manifestazioni, come arrossire, abbassare lo sguardo, evitare il contatto visivo, cercare isolamento o tentare di minimizzare la situazione che ha scatenato la vergogna.
Nonostante possa influenzare profondamente il benessere emotivo e sociale di un individuo, avendo effetti negativi sulla fiducia, sull'autostima e sulle relazioni interpersonali è importante notare che la vergogna può anche svolgere una funzione adattiva. Può fungere da segnale che indica la necessità di correggere un comportamento o un'azione che potrebbe danneggiare le relazioni sociali o infrangere norme morali. Inoltre, può contribuire alla coesione sociale, incoraggiando il rispetto delle norme e dei valori condivisi.

Perché proviamo vergogna?
La vergogna come emozione umana sana può essere trasformata in vergogna come stato d’essere… consiste nel credere che il proprio essere sia imperfetto, che si sia difettosi come esseri umani. John Bradshaw
E’ un tema importante e complesso, numerose teorie e approcci terapeutici hanno affrontato questo tema in modo approfondito.
Secondo Helen Block Lewis la vergogna si sviluppa a causa di esperienze precoci di relazioni frustranti o danneggianti, in cui l'individuo si sente respinto, umiliato o svalutato. La vergogna si forma quando queste esperienze negative vengono interiorizzate e il senso di essere intrinsecamente difettosi o inadeguati diventa parte dell'identità del soggetto. L’autore distingue vergogna di base e vergogna di carattere: quella di base è un senso di inadeguatezza fondamentale e globale che si sviluppa precocemente nella vita, mentre quella di carattere si riferisce a sentimenti di vergogna legati a tratti o comportamenti specifici.
Secondo Brené Brown la vergogna è un'emozione universale che deriva dalla paura di non essere degni di amore e di appartenenza. La descrive come una sorta di senso di "non essere abbastanza" o di "non essere all'altezza" rispetto agli standard interni o esterni. Può essere alimentata da esperienze di critiche, giudizi o fallimenti passati e può portare a una sensazione profonda di insufficienza personale. L’autore distingue la vergogna dalla colpa: mentre la colpa è una reazione a un comportamento specifico che abbiamo commesso e ci spinge a correggere quel nostro comportamento, la vergogna riguarda la nostra identità e il nostro valore come persone, ci fa sentire difettosi e indegni di amore, ci paralizza e ci impedisce di essere autentici e vulnerabili.
Anche per Paul Gilbert la vergogna si sviluppa a partire da esperienze precoci di critiche, abusi o mancanza di supporto emotivo. Queste esperienze negative possono portare a una sensazione di difettosità profonda e a una valutazione negativa di sé. Può persistere nel tempo a causa di un dialogo interno critico e punitivo, in cui l'individuo si svaluta costantemente. Sostiene che la cultura occidentale mette spesso l'accento sull'autostima basata sul successo esterno, come i risultati, l'aspetto fisico o il prestigio sociale, l'autostima basata esclusivamente su questi fattori può essere fragile e vulnerabile alla vergogna.
La vergogna è stata recentemente inclusa nei criteri diagnostici per il PTSD (disturbo post traumatico da stress) nel DSM-V (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) sotto l’ombrello degli “stati emotivi negativi persistenti”. Di conseguenza è stata identificata nella letteratura sul trauma come parte di una costellazione di emozioni negative insieme alla paura, all’orrore, alla rabbia e al senso di colpa che sono comuni ai sopravvissuti al trauma negli stati post-traumatici. I comuni copioni difensivi o i comportamenti evitanti la vergogna riscontrati in coloro che vivono con una vergogna cronica disadattiva hanno una forte somiglianza con i sintomi e i comportamenti principali associati al PTSD. Molte ricerche si sono focalizzate su queste somiglianze e hanno riscontrato che molte esperienze legate alla vergogna, come la ruminazione cronica, i flashback, l’evitamento emotivo, le intrusioni, l’iper-arousal, la dissociazione e gli stati mentali frammentati sono simili alle esperienze associate al trauma e agli stati post-trauma. Nel complesso queste ricerche sostengono che la vergogna è alla base di molti dei comportamenti disadattivi associati al trauma, al PTSD e ad altri stati post-trauma.
Chi si vergogna è sopraffatto da un’intensa sensazione di visibilità e da un forte senso di essere giudicato dagli altri, prova emozioni dolorose e negative incentrate sul proprio senso di inadeguatezza. Se il tutto è innescato da un contrattempo, un errore o una trasgressione di cui gli altri sono stati “testimoni”, è comunemente chiamata “vergogna acuta”, si tratta di una reazione emotiva causata da un fattore scatenante o da un evento. La vergogna tossica o patologica ha un profilo fenomenologico molto diverso e di solito si manifesta in forma cronica, oltre alle sensazioni e emozioni già elencate è presente un’assillante e persistente possibilità di vergognarsi e un persistente senso di inadeguatezza, di contaminazione, di fallimento e di minore autostima. Nella vergogna cronica l’intera personalità e il carattere sono strutturati intorno alla vergogna e all’evitamento di questa.
Gli individui che sperimentano la vergogna cronica vivono la loro vita cercando di evitare occasioni e relazioni che potrebbero provocare esperienze dolorose di vergogna. Questi comportamenti evitanti aiutano l’individuo a proteggersi dalla vergogna attraverso l’evitamento. I comportamenti difensivi comuni includono una varietà di reazioni diverse, tutte dannose sia per se stessi che per i propri legami sociali, come rabbia, aggressività, ostilità, violenza, narcisismo, depressione, perfezionismo, apatia, ritiro, evitamento, eccessiva deferenza.
L’ansia da vergogna si manifesta nell’esperienza come una paura o un’ansia corrosiva, minacciosa e persistente di essere giudicati, etichettati e rifiutati dagli altri; è una persistente paura di disonorarsi e di essere guardati dagli altri con disprezzo. È importante notare che l’ansia da vergogna può non essere vissuta come vergogna. Può invece essere dominata dall’evitamento della vergogna e, in quanto tale, caratterizzata da emozioni come paura, ansia, autoconsapevolezza, stress o forti impulsi a nascondersi, evitare o fuggire, insieme a sentimenti negativi su di sé, caratterizzati da un senso di inadeguatezza, profanazione o carenza rispetto agli altri.
Che strategie possiamo utilizzare per superare la vergogna?
Le situazioni e i pensieri scatenanti la vergogna vanno sfidati gradualmente per costruire fiducia e a ridurre le sensazioni negative. Un primo passo necessario è prendere consapevolezza della propria vergogna e accettarla come un'emozione normale, va riconosciuto che tutti la sperimentano e che non siamo gli unici a provarla. Spesso la vergogna è alimentata da aspettative irrealistiche su noi stessi. Un modo per non cadere in questa trappola è rivedere le proprie aspettative e cercare di essere più compassionevoli con sé stessi accettando che nessuno è perfetto e che sbagliare o sentirsi insicuri fa parte dell'esperienza umana. La vergogna è spesso alimentata da pensieri distorti o negativi su di sé: osservare i propri pensieri e cercare di sostituirli con pensieri più realistici e positivi può aiutare a combattere questa tendenza negativa. Focalizzarsi sui propri punti di forza riconoscendo i propri successi e imparando a perdonarsi per gli errori passati può aiutare a sviluppare un'autostima sana e positiva. Dobbiamo essere gentili e compassionevoli con noi stessi, trattarci come tratteremo un amico che sta attraversando una situazione difficile, ricordarci che nessuno è perfetto e che meritiamo gentilezza e comprensione.
Se la difficoltà persiste e interferisce significativamente con la vita quotidiana, potrebbe essere utile cercare il supporto di un terapeuta, specializzato nel trattamento delle emozioni e dei problemi di autostima. Per poter affrontare le esperienze individuali di vergogna è necessario comprendere come e perché sperimentiamo la vergogna e trovare il modo di superarla o aggirarla. Ciò significa innanzitutto analizzare e comprendere il contesto e la storia personale mettendo in luce le ragioni dell’esperienza di vergogna.

Per approfondire:
Lewis, H. B. (1971). Shame and guilt in neurosis. International Universities Press.
Brown, B. (2007). I Thought It Was Just Me (But It Isn't): Making the Journey from 'What Will People Think?' to 'I Am Enough'. Avery.
Gilbert, P. (2010). The Compassionate Mind: A New Approach to Life's Challenges. Constable & Robinson.
Vergogna e Trauma. Verso un approccio clinico “informato”: https://formazionecontinuainpsicologia.it/vergogna-trauma-informed/